giovedì 6 agosto 2020

"Oreste" di Euripide. X parte


Oreste ed Elettra sulla tomba di Agamennone
Traduzione mia dell’Oreste di Euripide (vv. 540-604)


Coro
E’ invidiabile chiunque sia stato fortunato con i figli
E non ha acquisito famigerate sciagure

Oreste
O vecchio, ho timore di rivolgerti la parola,
poiché sto per affliggere il tuo animo. 545
Io sono empio avendo ucciso la madre,
ma pio è l’altro nome che mi spetta quale vendicatore del padre.
Vada fuori dai nostri discorsi
la vecchiaia tua che mi impedisce di parlare,
io procederò per la mia strada: ma continuo a temere la tua chioma 550
Che cosa avrei dovuto fare? metti infatti due argomenti contro altri due:
il padre mi ha generato, tua figlia invece mi partoriva,
è un campo che ha preso il seme da un altro:
senza un padre un figlio non ci sarebbe mai.
Ho valutato dunque che è più importante soccorrere
L’autore della stirpe che la fornitrice di cibo.
Tua figlia - ho ritegno a chiamarla madre -
Con un imeneo privato e non casto
entrava nel letto di un uomo; di me stesso
se dico male di quella, lo dirò, ma lo farò comunque.
Egisto era lo sposo nascosto in casa.
Lui ho ammazzato, successivamente ho sacrificato la madre,
facendo cose empie ma vendicando il padre.
Riguardo alle minacce per cui io devo essere ammazzato a colpi di pietra,
ascolta come reco vantaggio all’Ellade intera. 565
Se infatti le donne giungeranno a questo punto di audacia
da uccidere i mariti, rendendo i figli
loro rifugi, andando a caccia della loro pietà con le mammelle,
per loro sarebbe cosa da nulla ammazzare gli sposi,
tenendo come capo di accusa quello che capita. Avendo io compiuto tragicamente/ 570
questo atto terribile, come tu affermi rumorosamente, ho fatto cessare questa usanza./
Odiando mia madre l’ho uccisa secondo giustizia,
lei che tradì il marito mentre era lontano da casa
in armi, condottiero di una spedizione per tutta la terra greca
e non conservò incontaminato il letto 575;
e quando si accorse di avere sbagliato, non inflisse il castigo
a se stessa, ma, per non pagare il fio al marito,
punì e ammazzò il padre mio.
Per gli dèì - non ho menzionato gli dèi in una bella circostanza,
giudicando un delitto; ma se con il silenzio avessi approvato 580
i misfatti della madre, che cosa mi avrebbe fatto il morto?
Non mi avrebbe odiato e fatto danzare tra le Erinni?
Oppure accanto alla madre stanno alleate le dèe,
mentre non sono vicine a lui che ha subito ingiustizia maggiore?
Tu, davvero, generando una figlia cattiva, vecchio,
hai rovinato me: infatti per la sfrontatezza di quella,
privato del padre, sono diventato un matricida.
Vedi che Telemaco non ha ammazzato la moglie
di Odisseo: infatti non si era preso un marito dopo l’altro,
e la camera matrimoniale nel palazzo rimane intatta. 590
E vedi Apollo che abitando la sede dell’ombelico del mondo
dispensa ai mortali un responso certissimo,
al quale obbediamo in tutto quanto lui dice :
dandogli retta io ho ucciso quella che mi ha partorito.
Lui considerate empio, e mettete a morte:
lui ha commesso l’errore, non io. Che cosa avrei dovuto fare?
Oppure il dio non basta per me, che faccio risalire a lui,
a cancellare la macchia? Dove si potrebbe più trovare rifugio dunque
se chi ha dato l’ordine non mi difenderà dalla morte?
Non dire che con queste azioni si è agito male, 600
ma che sono fonti di infelicità per quelli che le hanno fatte.
Le nozze, per quanti tra i mortali si sistemano bene
Sono una vita beata; ma quelli cui non riescono bene,
sono disgraziati dentro e fuori casa. 

giovanni ghiselli


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