Oreste ed Elettra sulla tomba di Agamennone |
Traduzione mia dell’Oreste di Euripide (vv. 540-604)
Coro
E’
invidiabile chiunque sia stato fortunato con i figli
E non ha
acquisito famigerate sciagure
Oreste
O
vecchio, ho timore di rivolgerti la parola,
poiché
sto per affliggere il tuo animo. 545
Io sono
empio avendo ucciso la madre,
ma pio è
l’altro nome che mi spetta quale vendicatore del padre.
Vada
fuori dai nostri discorsi
la
vecchiaia tua che mi impedisce di parlare,
io
procederò per la mia strada: ma continuo a temere la tua chioma 550
Che cosa
avrei dovuto fare? metti infatti due argomenti contro altri due:
il padre
mi ha generato, tua figlia invece mi partoriva,
è un
campo che ha preso il seme da un altro:
senza un
padre un figlio non ci sarebbe mai.
Ho
valutato dunque che è più importante soccorrere
L’autore
della stirpe che la fornitrice di cibo.
Tua
figlia - ho ritegno a chiamarla madre -
Con un
imeneo privato e non casto
entrava
nel letto di un uomo; di me stesso
se dico
male di quella, lo dirò, ma lo farò comunque.
Egisto
era lo sposo nascosto in casa.
Lui ho
ammazzato, successivamente ho sacrificato la madre,
facendo
cose empie ma vendicando il padre.
Riguardo
alle minacce per cui io devo essere ammazzato a colpi di pietra,
ascolta
come reco vantaggio all’Ellade intera. 565
Se
infatti le donne giungeranno a questo punto di audacia
da
uccidere i mariti, rendendo i figli
loro
rifugi, andando a caccia della loro pietà con le mammelle,
per loro
sarebbe cosa da nulla ammazzare gli sposi,
tenendo
come capo di accusa quello che capita. Avendo io compiuto tragicamente/ 570
questo
atto terribile, come tu affermi rumorosamente, ho fatto cessare questa usanza./
Odiando
mia madre l’ho uccisa secondo giustizia,
lei che
tradì il marito mentre era lontano da casa
in armi,
condottiero di una spedizione per tutta la terra greca
e non
conservò incontaminato il letto 575;
e quando
si accorse di avere sbagliato, non inflisse il castigo
a se
stessa, ma, per non pagare il fio al marito,
punì e
ammazzò il padre mio.
Per gli
dèì - non ho menzionato gli dèi in una bella circostanza,
giudicando
un delitto; ma se con il silenzio avessi approvato 580
i
misfatti della madre, che cosa mi avrebbe fatto il morto?
Non mi
avrebbe odiato e fatto danzare tra le Erinni?
Oppure
accanto alla madre stanno alleate le dèe,
mentre
non sono vicine a lui che ha subito ingiustizia maggiore?
Tu,
davvero, generando una figlia cattiva, vecchio,
hai
rovinato me: infatti per la sfrontatezza di quella,
privato
del padre, sono diventato un matricida.
Vedi che
Telemaco non ha ammazzato la moglie
di
Odisseo: infatti non si era preso un marito dopo l’altro,
e la
camera matrimoniale nel palazzo rimane intatta. 590
E vedi
Apollo che abitando la sede dell’ombelico del mondo
dispensa
ai mortali un responso certissimo,
al quale
obbediamo in tutto quanto lui dice :
dandogli
retta io ho ucciso quella che mi ha partorito.
Lui
considerate empio, e mettete a morte:
lui ha
commesso l’errore, non io. Che cosa avrei dovuto fare?
Oppure il
dio non basta per me, che faccio risalire a lui,
a
cancellare la macchia? Dove si potrebbe più trovare rifugio dunque
se chi ha
dato l’ordine non mi difenderà dalla morte?
Non dire
che con queste azioni si è agito male, 600
ma che
sono fonti di infelicità per quelli che le hanno fatte.
Le nozze,
per quanti tra i mortali si sistemano bene
Sono una
vita beata; ma quelli cui non riescono bene,
sono
disgraziati dentro e fuori casa.
giovanni
ghiselli
Nessun commento:
Posta un commento