PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIla vecchia Euriclea che riconosce Ulisse, avendo visto la vecchia ferita sulla gamba
Argomenti (di
tutto il percorso. Ognuno di questi argomenti potrà, su richiesta, venire
ampliato)
Euriclea, Anticlea, Arete, Elena. Penelope tra i
proci. Assaggi di antifemminismo (Esiodo Pavese e Agamennone nella Nevkuia, il canto dei morti dell’Odissea).
Nausicaa. La ragazza assimilata a un virgulto. La donna e la madre terra. Calipso.
Penelope al ritorno di Odisseo. Il massacro delle ancelle amanti dei proci
Argomento
Laerte, Euriclea schiava mai stata amante del re
di Itaca poi nutrice di Odisseo, e Anticlea moglie di Laerte e madre di
Odisseo. Il rispetto della moglie e della schiava
Nel I canto
dell’Odissea, quando scende la buia sera, i Proci tornarono nelle loro
case, per dormire, e pure Telemaco andò a letto, accompagnato dalla saggia Euriclea
che Laerte aveva comprato quando era ancora nella prima giovinezza (prwqhvbhn e[t j
ejou`san, v. 431)
per venti buoi, e pertanto doveva essere stata anche bella assai, e
desiderabile.
Il re
di Itaca dunque l'aveva onorata come
una sposa, però non si era mai unito a lei nel letto. Così evitava l’ira della
moglie Anticlea, la madre di Odisseo: "eujnh'/ d j ou[
pot j e[mikto, covlon d j ajleveine gunaikov"" (433)[1].
Vedi il
letto come il mobile più importante della casa (Kott) nell’Alcesti di
Euripide (438) e non solo lì.
Sentiamo Medea
nella tragedia di Euripide (431):
“La donna
infatti per il resto è piena di paura
e vile
davanti a un atto di forza e a guardare un'arma;
ma quando
sia offesa nel letto - o{tan d’ ej" eunh;n hjdikhmevnh kurh`/,
non c'è non
c'è altro cuore più sanguinario - oujk e[stin a[llh frh;n
miaifonwtevra. (Medea, vv.
263 - 266).
Questa parte
potrà essere ampliata, se interessa, durante il corso alla Primo Levi che
inizierò martedì 13.
Euriclea,
sebbene schiava, venne trattata con rispetto e con affetto: “Omero, anche se
naturalmente non pensa neppure alla possibilità di fare a meno degli schiavi,
parla sempre di essi con tenerezza mista a imbarazzo. La schiavitù è per lui
qualcosa di terribile che può capitare a chiunque[2] e può ‘portar via ad un uomo metà
della sua umanità’. Gli eroi sono gentili con gli schiavi Eumeo e Euriclea,
come con i loro pari”[3].
Anticlea, la
moglie di Laerte, padre probabile[4], non sicuro di Odisseo, doveva
comunque trarre ben più grandi soddisfazioni affettive dal figlio che dal
marito: infatti, quando Ulisse, che l’aveva lasciata viva partendo da Itaca, la
incontra fra i morti e le domanda quale Khvr, dea della morte, l’abbia uccisa,
la donna risponde: non una malattia breve o lunga mi ha ucciso bensì la
mancanza di te, e il preoccuparmi di te, splendido Odisseo “ajlla; me so;~ te povqo~, sa; te mhvdea,
faidivm j jOdusseu` (XI,
202).
Sono partito
da questo episodio poiché ci dice qualche cosa sulla condizione della donna nell'Odissea.
[1] Amintore, il genitore di Fenice, dovette pagare cara l’infedeltà
maritale con una pallaki;~ kallivkomo~ (Iliade, IX, 449): la moglie gli mise
contro il figlio spingendolo a diventare amante dell'amante del padre il quale
lo maledì. Fenice fuggì a Ftia dove divenne l’educatore di Achille.
[2] Euripide scriverà:" oujk e[sti
qnhtw'n o{sti" e[st' ejleuvqero"
- h] crhmavtwn ga;r dou'lov" ejstin h] tuvch""( Ecuba, vv. 864 -
865), non c'è tra i mortali chi sia libero: infatti siamo schiavi delle ricchezze
oppure della sorte. E’ Ecuba, la madre dolorosa, che parla con Agamennone dopo
la caduta di Troia. Al cesti nella tragedia di Euripide ha con i servi
quel comportamento amichevole riservato loro dall'alta aristocrazia di tutti i
tempi: da Seneca ai Guermantes di Proust.
Seneca nella Lettera 47
toglie loro l’epiteto di servi e li definisce humiles amici, contubernales, conviventi, persone
sulle quali la fortuna può tanto quanto può nei confronti di ogni
uomo. (Ndr.)
[3] G. Murray, Le origini
dell’Epica Greca, p. 29.
[4] Una nota di
Servio a Eneide VI 529 dove Ulisse è chiamato “hortator
scelerum Aeolides” ricorda la leggenda secondo cui Anticlea, la madre di
Odisseo, prima delle nozze con Laerte, avrebbe avuto una relazione con Sisifo,
figlio di Eolo, dal quale avrebbe avuto Odisseo
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