NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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giovedì 1 ottobre 2020

Lucano LXII. Pharsalia X (vv. 187-331). Acoreo descrive a Cesare il corso del Nilo

Argomento

Acoreo descrive a Cesare il corso del Nilo. Il sottoscritto da studente non ha mai studiato la geografia perché nessuno gliel’ha mai raccontata come fa questo vecchio sacerdote egizio istruendo Giulio Cesare

 

Cesare dice di avere misurato la durata di un anno con un calcolo non inferiore a quello di Eudosso, discepolo di Platone fondatore dell’astronomia.

il Nilo
Ora vuole sapere del Nilo a qualsiasi costo: “spes sit mihi certa videndi - Niliacos fontes, bellum civile relinquam (192 - 193)

Segue una lunga risposta del sacer Acoreus il quale esordisce dicendo che gli è consentito esporre i segreti dei grandi antenati ignoti ai non iniziati - fas mihi - edere secreta magnorum parentum - ignota profanis (195)

 Credo che non dispiaccia ai celesti la divulgazione ai popoli delle leggi sacre. Sol tempora divĭdit aevi (201) il Sole divide i tempi dell’eternità con le stagioni, radiisque potentibus astra - ire vetat e con i suoi raggi potenti vieta ai pianeti di allontanarsi. Luna suis vicibus Tethyn terrenaque miscet (204) la luna con le sue fasi alterne mescola mare e terra.

Stolta è la credenza che le nevi degli Etiopi facciano crescere il Nilo.

Questo fiume mediis aestatibus exit (231) esce fuori nel mezzo dell’estate perché il calore non polverizzi le terre e non ritira le sue acque “donec in autumnum declinet Phoebus et umbras - extendet Meroe” (236 - 237) finché il Sole non declina verso l’autunno e l’isola di Meroe (in Etiopia) allunga le ombre. Sic iussit natura parens discurrere Nilum, - sic opus est mundo (238 - 239), così madre natura ha ordinato che il Nilo scorresse da varie parti, così è opportuno per il mondo. Vengono esposte altre teorie, quindi Acoreus dice che alcuni fiumi prorompono per le scosse subite dalle sorgenti, altri invece nati con il mondo hanno aquas “quas ille creator - atque opifex rerum certo sub iure coercet ” (266 - 267) che il creatore e demiurgo dell’Universo obbliga a leggi stabilite.

Molti hanno cercato di capire la natura del Nilo, Egiziani, Persiani, Macedoni, “sed vincit adhuc natura latendi” 271, ma la natura del fiume prevale nel rimanere segreta.

Summus Alexander cercò di togliere al Nilo il suo segreto invidit Nilo (273) e inviò uomini scelti nelle ultime terre degli Etiopi ma la rubicunda zona 274 - 275 la zona arrossata del cielo torrido poli perusti li fermò.

Il faraone Sesostri (XII dinastia) vinse molti re imponendo sul loro collo il basto dei carri egiziani, ma bevve prima le acque del Rodano e del Po che quelle scorrenti dalle sorgenti dalle fonti del Nilo.

Vaesanus Cambises il re matto dei Persiani, giunse in Oriente fino agli Etiopi ma defectus epulis et pastus caede suorum - ignoto te, Nile, redit (281 - 282), ma carente di alimenti e nutrendosi dei suoi soldati fatti a pezzi, tornò indietro, senza conoscerti, Nilo

Cambise è uno dei tanti lunatic kings: in compagnia di King Lear appunto.

Non fabula mendax - ausa loqui de fonte tuo est (282 - 283)

Ubicumque videris, quaereris, dovunque sei visto, tu sei indagato ma nessuno si è allietato della conoscenza delle sorgenti.

Il deus è undarum celator e Acoreo può dire solo quanto il nume gli ha concesso di conoscere. Tu dunque Nilo medio consurgis ab axe, nasci dalla zona equatoriale, poi vai verso Borea, poi pieghi a Oriente ma anche i Seri che ti vedono per primi cercano ancora la tua fonte.

Arcanum natura caput non prodidit ulli (295) a nessuno la natura ha rivelato la tua arcana sorgente, et gentes maluit ortus - mirari quam nosse tuos (297 - 298)

Consurgere in ipsis - ius tibi solstitiis (298 - 299), è tuo diritto gonfiarti durante i solstizi, aliena crescere bruma, crescere quando altrove è inverno e solo tu puoi vagare per entrambi gli emisferi. Divide il tuo corso l’isola Meroe quae quamvis arbore multa - frondeat la quale sebbene frondeggi di molte piante aestatem nulla sibi mitigat umbra - con nessuna ombra mitiga l’estate, tanto è dritto il raggio del sole quando tocca il Leone. Il Nilo si divide, poi si riunisce di nuovo. A volte scorre lento a volte lo accolgono le cataratte scoscese praecipites cataractae (318), spuma tunc astra lacessis, allora con la schiuma provochi gli astri del cielo, cuncta fremunt undis, tutto rimbomba per le tue onde ac multo murmure montis - spumeus invitis canescit fluctibus amnis - (322) e con grande rimbombo del monte il fiume spumeggiante biancheggia di flutti riluttanti. Da Menfi il Nilo si muove per pianure e campi aperti e le rive non pongono limiti al suo debordare. Qui (v. 331) finisce il discorso del sacerdote.

 

Bologna 1 ottobre 2020 ore 17, 23. giovanni ghiselli

 

 

p. s.

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