domenica 3 gennaio 2021

Eschilo. "Le Eumenidi", IX parte

Scene dal mito di Oreste (Musei Vaticani)

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Argomento

L’assoluzione di Oreste

 

Quindi Apollo si accattiva Atena dicendole che intende potenziare Atene (Eumenidi, v. 668) e di avere voluto un'amicizia eterna (v. 673) fra gli abitanti della povli~ protetta da lei e gli Argivi, sudditi e concittadini di Oreste.

 

Subito prima che gli areopagiti votino, parla Atena. Pallade promette che quel consesso di giudici durerà eterno. Una volta, continua, c'era la guerra portata dalle Amazzoni per odio contro Teseo[1]" (v. 686); esse si accamparono proprio sul colle che in seguito ai loro sacrifici fu chiamato Areopago: il colle di Ares (v.690). Ma quel tempo è lontano. Ora il rispetto (sevba~) e il timore suo parente (fovbo~ te xuggenhv~) tratterranno i cittadini dall'ingiustizia (vv. 690 - 691).

 

Quindi la dea sconsiglia l’anarchia e il dispotismo: la città dovrà tenere una via di mezzo senza eliminare del tutto la paura che è funzionale alla giustizia (vv. 696 - 699 già citati).

Questo suggerimento manifesta una forse inopinata consonanza di fondo con quanto hanno già detto le Erinni le quali così acquistano autorevolezza e si sentono accettate: presupposto necessario perché diventino Eumenidi.

 

Il nuovo consesso di giudici, prescrive ancora la dea eponima della città, dovrà essere "Il tribunale non toccato da lucro (kerdw'n a[qikton tou`to bouleuthvrion),venerando, austero, presidio della terra, sempre desto in favore di chi dorme "(vv.705 - 707).

Sembra che le sedute dell'Areopago si svolgessero di notte.

 

Segue il voto dei giudici. Mentre gli areopagiti si alzano e votano uno alla volta, Apollo esprime fiducia nel proprio successo: "vincerò io" (nikhvsw d’ ejgwv, v.722).

 

 La corifèa allora gli rinfaccia il caso di Admeto sottratto al destino di morte[2]: "così facesti anche nel palazzo di Ferete: persuadesti le Moire a rendere immortali i mortali" (vv.723 - 724).

 

Apollo si giustifica affermando di avere salvato un uomo devoto e meritevole (Eumenidi, v.725) e l'Erinni replica con un'altra accusa: "Tu certo hai destabilizzato gli antichi ordinamenti quando con il vino hai ingannato le vecchie dee" (vv.727 - 728).

 

Il voto finale è di Atena, ed è assolutorio: "io aggiungerò questo voto a quelli in favore di Oreste: infatti madre non c'è che mi abbia generato, approvo il maschio in tutto, tranne farmi sposare, con tutto il cuore sono tutta del padre"(vv.735 - 738).

 

La conseguenza di tale parzialità della dea che presiede il tribunale è che: "vince Oreste se viene giudicato con egual numero di voti"(v.741). In effetti, eseguito il conteggio, Atena proclama l'assoluzione di Oreste: "quest'uomo è assolto dall'accusa di omicidio: infatti il numero dei voti è uguale - i[son ga;r ejsti tajrivqmhma tw`n pavlwn - "(vv. 752 - 753).

 

 E' dunque il calculus Minervae un voto assolutorio che determina l'innocenza di Oreste ed è a fondamento dell'aforisma giuridico "in dubio pro reo"

 

Il principio viene ribadito e chiarito come archetipo di una prassi nell'Ifigenia fra i Tauri di Euripide quando la dea Atena, ex machina, sempre protettiva nei confronti di Oreste, lo salva dal re dei Tauri Toante, e ricorda: "L'ho già salvato nell'Areopago valutando i voti uguali e resterà quest'usanza che venga assolto chiunque prenda voti pari"( kai; novmism j e[stai tovde, - nika`n ijshvrei~ o{sti~ a]n yhvfou~ lavbh/), vv.1469 - 1472)[3].

 

giovanni ghiselli

 



[1] A proposito di Teseo, Bachofen nel suo Das Mutterrecht (1861) sostiene che egli "rappresenta lo Stato maschile, le Amazzoni rappresentano lo Stato femminile" (J. J. Bachofen, Il potere femminile , a cura di Eva Cantarella, p. 63). La natura dell'eroe ateniese "è quella di un essere che appartiene interamente alla luce, di apollinea purezza (p.68)… egli è il "fondatore del matrimonio... il nemico dell'amazzonismo (p. 69)...come Romolo, egli fonda il nuovo Stato unitario sul principio del diritto paterno"( p. 70). Anche il conflitto rappresentato nelle Eumenidi, secondo lo studioso svizzero, rappresenta la vittoria del potere maschile e del principio spirituale:" Le Erinni sono ciò che è e[ra (terra) stessa, ossia l'espressione della vita terrena, corporea, fisica, dell'esistenza tellurica...La donna è la terra stessa. La donna è il principio materiale, l'uomo il principio spirituale. Per entrambe, la donna e la terra, valgono le parole di Apollo (vv. 658 e segg.)... Platone, seguito da Plutarco, nel Menesseno dice letteralmente quanto segue: "non è la terra a imitare la donna, ma la donna a imitare la terra"...Nel compiere la sua funzione la donna rappresenta dunque la terra. Essa è la materia terrena stessa. Perciò il nome di entrambe, ghv (terra) e gunhv (donna) deriva dalla stessa radice, una radice da cui discendono anche guva, ossia terreno arativo e corpo materno (pp.76 - 77)... Il diritto materno è il diritto della vita materiale, il diritto della terra… Viceversa il diritto paterno è il diritto della nostra vita immateriale, incorporea. Il primo è il diritto delle divinità che abitano nelle oscure profondità antiche; il secondo è il diritto dell'Olimpio che troneggia al di sopra della terra, ad altezza solare (p. 79)... L'opinione che possiamo farci, leggendo Eschilo, è che l'epoca del diritto materno è dominata dal culto oscuro, terribile, chiuso ad ogni speranza, di una implacabile potenza ctonia. Invano Oreste invoca il suo dovere di figlio; invano sottolinea che il matrimonio era stato profanato (p. 84)... Alla persona di Oreste fanno capo entrambi gli avvenimenti, l'istituzione dell'Areopago e la fine del diritto materno delle Erinni" (p. 85). Teseo e Oreste ad Atene dunque, come Romolo a Roma, fondano lo Stato sul diritto paterno: la Potestas dell'uomo è il fondamento dell'Imperium statale. "Il diritto materno cede di fronte al diritto dello Stato, il ius naturale cede di fronte al ius civile… Agamennone pensa al bene dell'esercito, Clitennestra conosce solo il diritto individuale del sangue materno… Il diritto paterno… sfocia ormai nel concetto di Stato, mentre il diritto materno non va mai oltre la famiglia materiale. Di Mario che, obbedendo all'ordine ricevuto in sogno, sacrificò sua figlia Calpurnia durante la guerra contro i Cimbri, Plutarco dice…che antepose lo Stato alla natura (p. 93). Non è dunque casuale il fatto che Teseo abbatta il diritto materno e contemporaneamente getti le basi dello Stato ateniese, e che l'avvento del diritto paterno a Roma si verifichi durante il regno di Romolo" (p. 94).

[2] Euripide drammatizzerà questo mito in una tragedia, l'Alcesti, dove Qavnato~. corredata di ali nere (cfr. Alcesti, v. 843) accusa Febo di stabilire la legge per gli abbienti (pro;~ tw'n ejcovntwn, Foi'be, tovn novmon tivqh~Alcesti, v.57). 

[3] Siccome l'Artemide taurica esigeva sacrifici umani e i figli di Agamennone, con Pilade, ne portano il simulacro in Grecia per ordine di Apollo, Bachofen ne inferisce che Oreste "con il furto della statua della dea porta a termine il suo compito. Da un lato uccide Clitennestra, dall'altro sottomette Artemide alla legge superiore e mite di Apollo". E conclude: "Non intendo discutere la storicità di questi singoli avvenimenti: quel che è certo è che, nel ricordo degli uomini, si è conservata l'idea che l'epoca del dominio femminile ha provocato sulla terra il verificarsi degli eventi più sanguinosi" (Op. cit., p. 92).

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