Scene dal mito di Oreste (Musei Vaticani)
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Argomento
L’assoluzione di Oreste
Quindi Apollo si accattiva Atena
dicendole che intende potenziare Atene (Eumenidi, v. 668) e di avere
voluto un'amicizia eterna (v. 673) fra gli abitanti della povli~ protetta da lei e gli Argivi, sudditi e concittadini di Oreste.
Subito prima che gli areopagiti
votino, parla Atena. Pallade promette che quel consesso di giudici durerà
eterno. Una volta, continua, c'era la guerra portata dalle Amazzoni per odio
contro Teseo[1]" (v.
686); esse si accamparono proprio sul colle che in seguito ai loro sacrifici fu
chiamato Areopago: il colle di Ares (v.690). Ma quel tempo è lontano. Ora il
rispetto (sevba~) e il timore suo parente (fovbo~ te xuggenhv~) tratterranno i cittadini
dall'ingiustizia (vv. 690 - 691).
Quindi la dea sconsiglia l’anarchia
e il dispotismo: la città dovrà tenere una via di mezzo senza eliminare del
tutto la paura che è funzionale alla giustizia (vv. 696 - 699 già citati).
Questo suggerimento manifesta una
forse inopinata consonanza di fondo con quanto hanno già detto le Erinni le
quali così acquistano autorevolezza e si sentono accettate: presupposto
necessario perché diventino Eumenidi.
Il nuovo consesso di giudici,
prescrive ancora la dea eponima della città, dovrà essere "Il tribunale
non toccato da lucro (kerdw'n a[qikton tou`to bouleuthvrion),venerando, austero, presidio della
terra, sempre desto in favore di chi dorme "(vv.705 - 707).
Sembra che le sedute dell'Areopago
si svolgessero di notte.
Segue il voto dei giudici. Mentre
gli areopagiti si alzano e votano uno alla volta, Apollo esprime fiducia nel
proprio successo: "vincerò io" (nikhvsw d’ ejgwv, v.722).
La corifèa allora gli
rinfaccia il caso di Admeto sottratto al destino di morte[2]: "così
facesti anche nel palazzo di Ferete: persuadesti le Moire a rendere immortali i
mortali" (vv.723 - 724).
Apollo si giustifica affermando di
avere salvato un uomo devoto e meritevole (Eumenidi, v.725) e l'Erinni
replica con un'altra accusa: "Tu certo hai destabilizzato gli antichi
ordinamenti quando con il vino hai ingannato le vecchie dee" (vv.727 - 728).
Il voto finale è di Atena, ed è
assolutorio: "io aggiungerò questo voto a quelli in favore di Oreste:
infatti madre non c'è che mi abbia generato, approvo il maschio in tutto,
tranne farmi sposare, con tutto il cuore sono tutta del padre"(vv.735 - 738).
La conseguenza di tale parzialità
della dea che presiede il tribunale è che: "vince Oreste se viene
giudicato con egual numero di voti"(v.741). In effetti, eseguito il
conteggio, Atena proclama l'assoluzione di Oreste: "quest'uomo è assolto
dall'accusa di omicidio: infatti il numero dei voti è uguale - i[son ga;r ejsti tajrivqmhma tw`n pavlwn - "(vv. 752 - 753).
E' dunque il calculus
Minervae un voto assolutorio che determina l'innocenza di Oreste ed è a
fondamento dell'aforisma giuridico "in dubio pro reo".
Il principio viene ribadito e
chiarito come archetipo di una prassi nell'Ifigenia fra i Tauri di
Euripide quando la dea Atena, ex machina, sempre protettiva
nei confronti di Oreste, lo salva dal re dei Tauri Toante, e ricorda: "L'ho
già salvato nell'Areopago valutando i voti uguali e resterà quest'usanza che
venga assolto chiunque prenda voti pari"( kai; novmism j e[stai tovde, - nika`n ijshvrei~ o{sti~
a]n yhvfou~ lavbh/), vv.1469 -
1472)[3].
giovanni ghiselli
[1] A proposito
di Teseo, Bachofen nel suo Das Mutterrecht (1861) sostiene che
egli "rappresenta lo Stato maschile, le Amazzoni rappresentano lo Stato
femminile" (J. J. Bachofen, Il potere femminile , a cura
di Eva Cantarella, p. 63). La natura dell'eroe ateniese "è quella di un
essere che appartiene interamente alla luce, di apollinea purezza (p.68)… egli
è il "fondatore del matrimonio... il nemico dell'amazzonismo (p.
69)...come Romolo, egli fonda il nuovo Stato unitario sul principio del diritto
paterno"( p. 70). Anche il conflitto rappresentato nelle Eumenidi,
secondo lo studioso svizzero, rappresenta la vittoria del potere maschile e del
principio spirituale:" Le Erinni sono ciò che è e[ra (terra) stessa, ossia l'espressione della vita
terrena, corporea, fisica, dell'esistenza tellurica...La donna è la terra
stessa. La donna è il principio materiale, l'uomo il principio spirituale. Per
entrambe, la donna e la terra, valgono le parole di Apollo (vv. 658 e segg.)...
Platone, seguito da Plutarco, nel Menesseno dice letteralmente
quanto segue: "non è la terra a imitare la donna, ma la donna a imitare la
terra"...Nel compiere la sua funzione la donna rappresenta dunque la
terra. Essa è la materia terrena stessa. Perciò il nome di entrambe, ghv (terra) e gunhv (donna) deriva dalla stessa radice,
una radice da cui discendono anche guva, ossia
terreno arativo e corpo materno (pp.76 - 77)... Il diritto materno è il diritto
della vita materiale, il diritto della terra… Viceversa il diritto paterno è il
diritto della nostra vita immateriale, incorporea. Il primo è il diritto delle
divinità che abitano nelle oscure profondità antiche; il secondo è il diritto
dell'Olimpio che troneggia al di sopra della terra, ad altezza solare (p.
79)... L'opinione che possiamo farci, leggendo Eschilo, è che l'epoca del
diritto materno è dominata dal culto oscuro, terribile, chiuso ad ogni
speranza, di una implacabile potenza ctonia. Invano Oreste invoca il suo dovere
di figlio; invano sottolinea che il matrimonio era stato profanato (p. 84)... Alla
persona di Oreste fanno capo entrambi gli avvenimenti, l'istituzione
dell'Areopago e la fine del diritto materno delle Erinni" (p. 85). Teseo e Oreste ad Atene dunque, come
Romolo a Roma, fondano lo Stato sul diritto paterno: la Potestas dell'uomo
è il fondamento dell'Imperium statale. "Il diritto materno cede di
fronte al diritto dello Stato, il ius naturale cede di fronte
al ius civile… Agamennone pensa al bene dell'esercito, Clitennestra
conosce solo il diritto individuale del sangue materno… Il diritto paterno… sfocia
ormai nel concetto di Stato, mentre il diritto materno non va mai oltre la
famiglia materiale. Di Mario che, obbedendo all'ordine ricevuto in sogno,
sacrificò sua figlia Calpurnia durante la guerra contro i Cimbri, Plutarco
dice…che antepose lo Stato alla natura (p. 93). Non è dunque casuale il fatto
che Teseo abbatta il diritto materno e contemporaneamente getti le basi dello
Stato ateniese, e che l'avvento del diritto paterno a Roma si verifichi durante
il regno di Romolo" (p. 94).
[2] Euripide
drammatizzerà questo mito in una tragedia, l'Alcesti, dove Qavnato~. corredata di ali nere (cfr. Alcesti, v.
843) accusa Febo di stabilire la
legge per gli abbienti (pro;~ tw'n
ejcovntwn, Foi'be, tovn novmon tivqh~, Alcesti, v.57).
[3] Siccome
l'Artemide taurica esigeva sacrifici umani e i figli di Agamennone, con Pilade,
ne portano il simulacro in Grecia per ordine di Apollo, Bachofen ne inferisce
che Oreste "con il furto della statua della dea porta a termine il suo
compito. Da un lato uccide Clitennestra, dall'altro sottomette Artemide alla legge
superiore e mite di Apollo". E conclude: "Non intendo discutere la
storicità di questi singoli avvenimenti: quel che è certo è che, nel ricordo
degli uomini, si è conservata l'idea che l'epoca del dominio femminile ha
provocato sulla terra il verificarsi degli eventi più sanguinosi" (Op.
cit., p. 92).
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