PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT HELLENIKA QUI E GREEK QUIferro
Erodoto afferma che il ferro è
stato inventato per il male dell’uomo (ejpi; kakw'/ ajnqrwvpou sivdhro" ajneuvrhtai". Storie, I, 68, 4).
Ovidio nel I libro delle Metamorfosi maledice
tanto il ferro, strumento di guerra, quanto l’oro, cui mirano le brame di chi
scatena le guerre.
“ Effondiuntur opes,
inritamenta malorum; / iamque nocens ferrum ferroque nocentius aurum/
prodierat: prodit bellum, quod pugnat utroque,/sanguineaque manu crepitantia
concutit arma” (Metamorfosi, I, 140 - 143), si estraggono dalla terra le
ricchezze, stimolo dei mali; e già il ferro funesto[1] e, più
funesto del ferro, l'oro era venuto alla luce : venne alla luce la guerra, che
combatte con l'uno e con l'altro, e con mano sanguinaria scuote ordigni che
scoppiano.
La scrittura viene denunciata come
male da Platone nel mito di Theuth, una specie di Prometeo egiziano,
cui il re dell’Egitto denuncia la negatività dell’invenzione dicendo: “ Questa infatti produrrà dimenticanza
nelle anime di coloro che l'hanno imparata, per incuria della memoria, poiché
per fiducia nella scrittura, ricordano dall'esterno, da segni estranei, non
dall'interno, essi da se stessi: dunque non hai trovato un farmaco della
memoria ma del ricordo" ( ou[koun mnhvmh~, alla; uJpomnhvsew~, favrmakon hu|re~, Fedro, 275a).
Pure i Drùidi del De bello gallico (VI,
14) di Cesare non vogliono farne uso, per lamedesima ragione.
L’aggiogamento degli animali vantato
da Prometeo, talora viene considerato una violenza fatta alla natura: Tibullo,
p. e., ricorda che la felice età dell’oro non conosceva le navi, né il
commercio, né l’imbrigliamento dei cavalli, né l’assoggettamento del toro (I, 3, 37 - 46).
Riassumo il tutto con il mito di
Prometeo raccontato nel Protagora di Platone. In
questo dialogo il sofista narra che Prometeo donò all’umanità il fuoco e ogni
sapienza tecnica, ma non diede loro l’arte politica, il rispetto e la giustizia,
sicché gli uomini si ammazzavano a vicenda. Allora Zeus mandò Ermes a imporre aidòs, dìke e politichè tèchne:
chi non le avesse accettate, doveva essere ucciso come malattia della città
(322d).
Concludo questa breve e incompleta
rassegna delle testimonianze accusatorie con un testo del 1818: il Frankestein ovvero il
Prometeo moderno di Mary Shelley.
L’autrice accusa i disastri
provocati dalla scienza, anticipando una denuncia che si ripeterà durante il
decadentismo. Lo studioso ginevrino si illude al pari di Prometeo: "Una
nuova specie mi avrebbe benedetto come sua origine e creatore"(p.56), ma
deve additare la sua opera ardita come modello negativo: "Imparate da me -
se non dai miei consigli, dal mio esempio - quanto pericoloso sia l'acquisto della
scienza, quanto più felice sia chi crede mondo la sua città, di chi aspira ad
elevarsi più di quanto la sua natura consenta"(p.55).
Bologna 5 gennaio 2021, ore 12, 50.
giovanni ghiselli
p. s
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[1] Euripide nelle Fenicie attribuisce alla strage un cuore di ferro:" sidarovfrwn… fovno" " (vv. 672 - 673).
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