NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 5 gennaio 2021

Eschilo. "Prometeo incatenato", IV

Giacomo Balla, Il dubbio (particolare)
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Il dono di Prometeo agli uomini (il fuoco) e l’antidono di Zeus (la donna).

Esiodo e la considerazione malevola della donna

 

Nella Teogonia, Esiodo racconta che Zeus si era sdegnato poiché Prometeo aveva cercato di ingannarlo due volte: la prima dividendo tra gli uomini e gli dèi un bue di notevole mole in maniera iniqua e sfavorevole agli immortali; la seconda restituendo agli uomini il fuoco che il dio supremo aveva tolto ai mortali, per rappresaglia nei confronti della benevolenza di Prometeo.

 Esiodo quale denigratore delle donne

 Allora Zeus, in cambio del fuoco preparò per loro un malanno ("aujti;ka d j ajnti; puro;" teu'xen kako;n ajnqrwvpoisi", v. 570). Questo male fu plasmato da Efesto con la terra: era simile ad una vereconda fanciulla che Atena adornò con un cinto, una veste, un velo, serti di fiori e una corona d'oro dove lo stesso Ambidestro aveva cesellato figure di fiere terribili, quanti ne nutre la terra ed il mare (v. 582). Una prefigurazione delle leonesse, le tigri e le scille in cui vengono trasfigurate Clitennestre e Medee. Comunque questa creatura divenne uno splendido malanno ("kalo;n kakovn", v. 585) per gli uomini, un inganno scosceso ("dovlon aijpuvn", v. 589) e senza rimedio. Ecco già delineato il "popolo nemico"[1] da cui derivano a quello dei maschi malanno e sciagura ("ph'ma", v.592).

 

Nelle Opere e giorni Esiodo torna sul mito di Prometeo e di Pandora, la prima donna: Zeus, sdegnato per l’inganno di Prometeo, dai tortuosi pensieri, versò sugli uomini lacrimevoli affanni e nascose il fuoco (kruvye de; pu'r[2], v. 50), poi, siccome il figlio di Giapeto lo rubò di nuovo celandolo ejn koivlw/ navrqhki (v. 52), in una verga cava, l’adunatore di nembi, adirato, aggiunse un’altra sciagura e disse:

“Figlio di Giapeto, che più di tutti conosci pensieri maliziosi,

tu gioisci di avere rubato il fuoco e di avere ingannato il mio volere,

grande sciagura per te e per gli uomini futuri. 

io a quelli in cambio del fuoco darò un malanno, del quale tutti

 godano nella foga della passione, circondando di affetto il proprio malanno”.

Così disse; poi scoppiò a ridere il padre degli uomini e degli dèi.

E comandò all’inclito Efesto di mescolare al più presto

terra con acqua, e di metterci voce e vigore

di essere umano, e di renderla simile alle dèe immortali nell’aspetto:

un bella, amabile, forma di ragazza; poi ad Atena

ordinò di insegnarle le opere: a tessere la tela lavorata con arte;

e all’aurea Afrodite di versare la grazia attorno al suo capo

e il desiderio doloroso e gli affanni che divorano le membra;

e inoltre ordinava a Ermes il messaggero Argifonte

 di metterci dentro una mente di cagna e un carattere scaltro (Opere e giorni, vv. 54 - 78).

Ermes poi infuse in questa donna la parola e la chiamò Pandora poiché tutti gli immortali le avevano regalato un dono avevano donato un dono ( o{ti pavnte" jOluvmpia dwvmat j e[conte" - dw`ron ejdwvrhsan, 81 - 82).

 

giovanni ghiselli

 



[1]Cfr. C. Pavese:"Sono un popolo nemico, le donne, come il popolo tedesco. Il mestiere di vivere , 9 settembre, 1946. 

[2] Cfr. Virgilio, Georgica I, 131: ignemque removit.

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